Cause comuni dell’abbassamento dell’udito

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Un calo improvviso dell’udito non segnala, necessariamente, un danno persistente: nella maggior parte dei casi, infatti, la causa è transitoria e l’abbassamento si risolve spontaneamente nel giro di poche ore o giorni. Diversamente, è necessario rintracciare l’origine del problema per evitare che il disturbo si cronicizzi, deteriorando la funzionalità uditiva in modo permanente. Quando è il caso di rivolgersi al medico e quali sono le terapie più efficaci?  

Abbassamento dell’udito: le cause 

Fra i motivi più probabili di un abbassamento dell’udito improvviso c’è il cosiddetto stress da rumore: l’esposizione, cioè, a suoni molto intensi, specie quando avviene in modo continuativo all’interno dell’ambiente di lavoro. In questo caso è importante schermare le orecchie con protezioni realizzate su misura, riducendo così la probabilità di sviluppare una sordità più o meno lieve. Anche una variazione repentina di pressione, come avviene nel caso di un’immersione o durante un decollo aereo, può essere all’origine di una sordità passeggera.

Più in generale, lo stress rappresenta un fattore di rischio che può influire sulla circolazione dei vasi sanguigni e favorire una disfunzione improvvisa dell’udito, dovuta a un danno della coclea: anche il fumo può avere, come noto, un impatto negativo sulla microcircolazione e predisporre al calo uditivo, insieme a obesità, ipertensione, colesterolo alto e diabete.

Il calo dell’udito improvviso può essere dovuto, inoltre, a infiammazioni e infezioni virali che interferiscono con la corretta trasmissione dei suoni. Di frequente, all’origine del problema c’è un’otite che provoca gonfiore, secrezioni, accumulo di cerume e muco, congestionando il condotto uditivo. 

Calo improvviso dell’udito e acufene

Quando si verifica un abbassamento repentino dell’udito, i rumori appaiono lontani, si ha una sensazione di orecchio ovattato e, talvolta, difficoltà a percepire determinate frequenze. Possono verificarsi, inoltre, improvvisi fischi e ronzii: abbassamento dell’udito e acufene, infatti, sono spesso correlati. Anche quando vi è un recupero completo dell’udito, gli acufeni possono permanere per un tempo variabile.

Il fischio può segnalare anche una lesione del timpano lieve o acuta, condizione che si accompagna generalmente a un intenso quanto improvviso mal d’orecchi. La sordità può essere associata anche a vertigini e nausea, come nel caso della sindrome di Menière che provoca ipoacusia, pressione all’orecchio e altri sintomi fluttuanti. 

Come si cura la sordità improvvisa

La diagnosi dell’ipoacusia viene fatta per esclusione, analizzando i sintomi e ricorrendo eventualmente a test dell’udito e altri esami mirati. Gli accertamenti possono comprendere, oltre all’otoscopia, l’audiogramma tonale, la microscopia, l’ecografia e il monitoraggio della pressione sanguigna. 

Come abbiamo visto, le cause dell’abbassamento improvviso dell’udito possono essere molto diverse. La sordità passeggera può dipendere, sia negli adulti e nei bambini, anche dalla semplice presenza di un tappo di cerume, facilmente trattabile ricorrendo alle apposite gocce auricolari.

A ogni modo, se il disturbo non si risolve spontaneamente nel giro di poche ore è necessario rivolgersi al medico curante ed eventualmente richiedere il parere dell’otorinolaringoiatra. In presenza di un’infezione, la terapia può prevedere la somministrazione di antibiotici, farmaci antinfiammatori e cortisone. 

Se la sordità si rivela permanente, è importante trattarla tempestivamente per salvaguardare, nei limiti del possibile, la funzionalità uditiva e mantenere nel tempo il sistema di relazioni e una buona qualità della vita. L’utilizzo di una protesi su misura consente di avviare un percorso di recupero uditivo personalizzato. L’apparecchio acustico consente di limitare i danni derivanti da perdita dell’udito sensorineurale e di ripristinare la percezione delle frequenze non udibili: tipicamente, nel caso della cosiddetta presbiacusia – ovvero, della sordità legata all’età – si tratta delle frequenze alte, cui si affiancano le frequenze medie con l’evolversi del disturbo. 

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